Pura architettura sonora
Green è il primo album in studio del polistrumentista catanese Alessandro Moncada, in arte A Lemon. Il progetto iniziale di home recording, risalente al 2016, si è rapidamente evoluto verso una forma più strutturata ed efficace, che ha portato quindi alla realizzazione di questo disco contenente nove tracce. Il periodo trascorso negli Stati Uniti poi, ha fatto in modo che Moncada producesse un album dagli ampissimi orizzonti internazionali.
"A Little Longer" è il brano che apre le danze, con il suo sound che cavalca alla grande l'ondata psichedelica indie pop che ha contraddistinto a lungo il decennio appena trascorso: chitarre leggere e voce sospesa in atmosfere spaziali e surreali. La scelta di cantare in inglese è decisamente mirata, oseremmo dire perfetta dato che sembra di ascoltare davvero un prodotto che viene dagli States. "A Friend of Mine" e "Game Chance" hanno delle sonorità che danno la definitiva coltellata al cuore per la propria bellezza: classici brani da festival tardo primaverile con un cocktail mano (in pratica tutto quello che ci manca in questo momento). Che dire poi del singolo di lancio "Voodoo"? Un groove psycho-funky che farebbe ballare anche i sassi, l'accensione automatica delle luci stroboscopiche nascoste nei nostri cervelli (ma pure la coda melodica finale è da applausi).
Green è senza dubbio uno degli ascolti migliori di questa prima metà del 2020. Un disco completo, complesso, pura architettura sonora messa a disposizione del nostro apparato uditivo. Un esordio ottimo e convincente, promosso a pieni voti nella speranza che si possa apprezzare tutto ancora di più con un'esibizione live, il prima possibile.
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La recensione Green di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-04-17 09:16:00
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