Ecco pronto, appena sfornato, un altro slancio creativo figlio della quarantena. L’ennesimo progetto musicale partorito estemporaneamente tra le mura domestiche per dare un senso a questi giorni surreali di solitudine e isolamento.
A questo giro trattasi di un EP in arrivo dall’Abruzzo che fa leva sugli scarabocchi elettrici di una chitarra (volutamente) scordata – assecondata appena da essenziali basi elettroniche – in libera improvvisazione tra sghembo alt-rock in odor di Primus (la title track, Telecaster Gay), (no) wave rudimentale (Arizona Santo Space) e post-rock anoressico (Pinkin Rio). Siamo più o meno a metà strada tra il salutare cazzeggio lo-fi e il richiamo primordiale del rock.
Per non saper né leggere né scrivere io, nel frattempo, aspetterei fiducioso la fine del lockdown.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.