L'odio sulla pelle è davvero una bella canzone di rap old-school, splendidamente old-school che Merlo ha inserito nel duo disco d'esordio 1997. L'artista di quella sorta di (mini) paradiso in terra che è San Benedetto del Tronto realizza un lavoro davvero molto interessante per molteplici motivi: innanzi tutto la sua penna è tagliente il giusto ma anche ispirata. Insomma c'è una sorta di controllo dei propri mezzi che non fa mai sfociare in una durezza di toni esasperata ma tutto si bilancia in un bel gioco di specchi e di rimandi. Poi, proseguendo tra le note positive del disco, sicuramente dal punto di vista della produzione musicale la qualità media si attesta su alti livelli. Certo, alle volte, specie all'inizio, ci sono cose che convincono di meno ma, analizzando a volo d'uccello 1997, il giudizio che se ne può trarre, anche e soprattutto da questo punto di vista, non può che essere molto positivo.
Infine andiamo ad analizzare l'ultimo, grande, merito di Merlo. Pur trattandosi di un album d'esordio, 1997 dimostra una maturità e, in particolar modo, un'autonomia espressiva molto singolare oggigiorno. Infatti i rimandi e gli omaggi ai grandi del passato sono lì, chiari ed evidenti come stelle in un cielo senza nubi ma, ed è qui il bello, Merlo riesce a rielaborarle e a farli diventare stilemi propri. Se, nel prossimo disco, l'artista marchigiano saprà spingere un pochettino in più sulla produzione musicale, con qualche scelta un pelino più ardita, beh, sarà senza dubbio un gran bel disco. E noi abbiamo, ancora più di prima, voglia oggi di ascoltare bella musica no?
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