Da terre lontane, da viaggi scrodati, da lettere mai ricevute, inchiostro e carta arriva fino a noi "Sovrapposizione Di Antropologia E Zootecnia", un progetto dalle lunghe parole del gruppo friuliano Autostoppisti Del Magico Sentiero.
Un ep che è come un gigantesco trip mentale, con suoni che echeggiano da profondità sconosciute, si diffondono in maniera ripetuta tra territori inesplorati e la corteccia cerebrale. Che esplorano un nuovo modo di essere sonori e un nuovo modo di percepire questo sound tra trame oniriche.
Parti strumentali, parti parlate, quasi recitate si intrecciano tra di loro. Gli Autostoppisti Del Magico Sentiero dimostrano dove può condurre il termine sperimentare.
Un album trascendentale, con molti spunti che coinvolgono ritmi tribali, rimandi primitivi e riferimenti al mondo orientale. Una rivoluzione al contrario, un ritorno alla nascita della Terra, un mondo antico da rispolverare. Max Weber che ritorna in auge con il suo pensiero sociologico, passaggio di popoli ignoti, piano e synth, mescolati al jazz.
Un processo sperimentale, un album che ha dell'impegnativo nell'ascolto, nella lettura, che non è subito intuitivo. Si viaggia senza una meta all'interno del disco.
Linee energetiche e strade da percorrere, l'uomo è un nomade in cerca di radici, "Sovrapposizione Di Antropologia E Zootecnia" ce lo ricorda.
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