Entrando nel loop avvolgente della title-track nonché prima traccia di “Labirinti”, EP d’esordio dei Milano Shanghai, che girando su due accordi con una ritmica in crescendo ripete ossessivamente “luci a metà Milano e Shanghai”, si varca l’ingresso di un mondo sonoro scandito da costruzioni elettroniche minimali dalla forte componente ipnotica su cui si sperimentano soluzioni inconsuete in grado di coinvolgere jazz e pop, bossanova e rap. Proseguendo con “25 dicembre”, si nota anche la cura con cui la band costruisce i propri pezzi, con una scrittura libera e arrangiamenti non scontati. Questo secondo pezzo, ad esempio, insiste inizialmente su una melodia prima enunciata dagli strumenti e poi intonata all’unisono anche dalla voce, ma nella seconda parte si sviluppa per nuove vie, accostando alle ritmiche dense e cupe un testo fatto di immagini e pensieri giustapposti che evocano suggestioni anziché narrare una storia in modo classico, particolarità della scrittura del combo meneghino che caratterizza tutte le liriche di questo EP. Il terzo brano, “Binari”, fa un’incursione tra ritmi esotici e travolgenti colorando il tutto con synth dall’anima prog. Seguono poi i pezzi più inquieti del dischetto, ovvero il singolo “Salvagente”, che vede ancora una volta i ritmi magnetici in primo piano mentre intorno ruotano idee elettroniche dalle ambizioni jazz, e l’oscura “Interferenze pt.1”, con un basso gutturale che disegna scie psichedeliche sotto lo scatenarsi dei beat ritmici. Le trame noir di questo brano vanno infine a risolversi nella delicatezza notturna della bonus track “Esilio”, con la sua melodia impalpabile e il suo ritmo rilassato.
Tra l’alienazione e lo smarrimento che scaturiscono dalle immagini dei testi criptici e le improvvise intrusioni di strumenti e assoli che prendono la parola, la band si presenta con un lavoro genuino che filtra la convulsa realtà metropolitana con una lente notturna e allucinata.
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