Terzo album per i torinesi Dottor Livingstone - dopo la mancata pubblicazione del loro secondo lavoro sulla lunga distanza - significativamente intitolato “L’assenza”. Qualche anno di pausa che restituisce un gruppo in formazione ridotta rispetto al passato, la cui proposta, vuoi per le vicissitudini attraversate dalla band, vuoi per il naturale trascorrere degli anni, è maturata svincolandosi in parte dagli accenti trip-hop che ne avevano caratterizzato gli esordi (riscontrabili ancora, più come atteggiamento che come adesione a precisi canoni stilistici, nella deriva presa da “Resto a letto” nella seconda parte del brano).
Forse pure per il fatto che il materiale sonoro è nato presso gli studi Transeuropa ed è transitato anche per le mani sapienti di Carlo U. Rossi, è facile collocare i brani de “L’assenza” in un ambito genericamente electro-pop, qualcosa che sta tra i Delta V, i Subsonica e la Meg solista: e non perché i Dottor Livingstone siano epigoni tardivi, ma perché di tale temperie risentono fin dalla metà degli anni Novanta. Tra i brani meglio riusciti, “Anna”, connotata tra l’altro da un testo adulto e toccante, “Strega”, ritmata ed elegante, “Sulla mia pelle” e “Ci sei sempre tu”. Interessante anche la versione de “Le ragazze di Osaka”, brano di Finardi dei primi anni Ottanta, già reinterpretato alla fine di quel decennio da Alice, mentre possono risultare alla lunga stucchevoli una o due canzoni più banalmente pop.
In definitiva, giudizio positivo su un disco ben più che dignitoso nella musica e nei testi: pur non raggiungendo vette assolute di lirismo, “L’assenza” rappresenta il piacevole ritorno di un gruppo che ha qualcosa da dire. E, seppur con un paio di skip, il CD è di quelli che si continuano a tenere volentieri nel lettore e ad ascoltare più volte: davvero non è poco. Bentornati.
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La recensione L'assenza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-11-03 00:00:00
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