Ci vuole molto coraggio ed un fegato grosso così ad essere uno e trino; tutti ne sappiamo qualcosa dal catechismo, ma da Roma arriva Bombay che si abbraccia la croce proponendosi con un nuovo ALBUM di inediti, pubblicato per A Buzz Supreme e distribuito da Artist First.
No, non mi sono dimenticato di scrivere il nome, è che l'album si chiama proprio così. Dieci tracce attraverso cui il ragazzo/padre/lavoratore racconta la propria quotidianità fatta di alti (rarefatti) e bassi (tremendamente consistenti): per la prima volta il registro musicale del nostro si evolve dallo stilema chitarra/voce approcciando la composizione in full band. Il passo avanti premia: in un abbraccio (mai come in questo periodo) virtuale, gli elementi messi a disposizione di Bombay contribuiscono ad evolvere la dimensione cantautorale in un risultato personale, carimastico ed assolutamente vero. Non c'è artifizio di sorta, ed ogni episodi sembra eseguito dal vivo con tutta la carica emotiva che ne può scaturire. Si accomodano tra le stratificazioni delle melodie le parole: chiare, oneste e dirette; senza troppi giri di parole vengono descritti e tratteggiati frammenti di vita normale. Quella normalità che finisce a volte per risultare un piccolo miracolo compiuto da gente comune.
Tempo fa si parlava di un'espressione artistica a metà tra Bugo e Calcutta: giunto al nuovo decennio, io ritengo i tempi siano maturi e Bombay può permettersi di dire la sua nell'attuale panorama emergente. L'esperienza maturata e questa nuova vision della sua arte giocano un ruolo importante e rappresentano una scommessa vinta.
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