Disco sinestetico ed emozionale per i Rainforced: bella prova in studio attendendo ulteriori sviluppi
Dalla coppia alla forma collettiva: non sto parlando degli sviluppi relazionali di una coppia aperta, ma dell'approccio alla musica che caratterizza il progetto umbro Rainforced; nato dall'incontro di Matteo Desantis e Raffaello Deturres, nell'ultimo anno si è concretizzato il concetto di formazione fluida che ha portato all'autoproduzione del disco d'esordio, intitolato “this could be a Garden” e distribuito da CDBaby.com.
Cinque brani per fornire un assaggio succulento di questa proposta musicale: tra sonorità lo-fi e richiami al passato, il presente dei Rainforced suona una nostalgia agrodolce, in una visione prospettica dove anche il posto più freddo può essere riscaldato e colorato da scintille emozionali. In tale ottica, le stratificazioni sonore rendono il giardino variopinto, influenzato da una forte attitudine internazionale; si possono percepire dinamiche riconducibili a Chet Faker e Flying Lotus, qualcosa in Italia ancora, colpevolmente, poco esplorato. Alla dimensione strumentale viene affidato l'onore/onere di raccontare, disegnare sensazioni e paesaggi attraverso un registro comunicativo coraggioso, visti i tempi attuali ed il relativo impoverimento sul piano della sensibilità.
Gran merito al duo che viene da Terni: questo album, a metà fra matrice hip-hop e sperimentazione electro, lascia un retrogusto piacevole e la voglia di cliccare nuovamente sul tasto play. Restiamo pazientemente in attesa di ulteriori sviluppi artistici.
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La recensione this could be a Garden di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-05-21 00:00:00
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