Fili (chitarra e voce), Ale (basso) e Fra (batteria), ovvero i Pontecorvo, tornano a circa quattro anni di distanza dal loro EP omonimo proponendo un’altra ventina di minuti di pura energia che si condensa in “Ruggine”, dischetto dai suoni talmente graffianti, corrosivi e “ossidati dal tempo” – come suggeriscono loro stessi nelle brevi note che accompagnano il disco – da consigliare l’antitetanica prima dell’ascolto.
A parte la vena sarcastica dei nostri, il nuovo lavoro del terzetto lombardo è veramente un tripudio di potenza e impatto tanto da dare l’impressione di un’opera molto più corposa. I generi intorno a cui ruotano le sette nuove composizioni sono sempre forgiati a partire da influenze e derivazioni blues, stoner e noise a tinte garage, mescolate prestando grande attenzione alle dinamiche.
A sfondare la porta d’ingresso ci pensa la potentissima “Cade” che va a schiantarsi senza prender fiato sulla furia di “Gaviscon Blues”, pezzo che prima pesta con attitudine punk e poi va frenando nel finale per proiettarsi direttamente su “Freddo”, dall’incedere minaccioso e quasi doom. Le urla devastanti toccano il loro apice nella successiva “Martedì” e nell’elettricità che infiamma “Paglia”, il cui incendio devastante parte da “un po’ di benzina ed un falò” ma poi si propaga ovunque. Tra loro si fanno spazio i riff pesanti di “Qualche santo”. Il lotto si chiude con “Prendere sonno”, cosa che certamente riuscirà difficile dopo l’ascolto di questo disco.
La voce spesso più distorta delle chitarre ruggisce e sbraita parole non sempre intelligibili ma da cui trasuda con veemenza la sfrontatezza e l’urgenza di chi non riesce a contenere la propria inquietudine mentre la sezione strumentale procede inarrestabile con altrettanto impeto e irruenza.
Ottimi macigni sonori da ascoltare a tutto volume con la speranza di poterli presto vedere fare fuochi e fiamme su di un palco.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.