I conati di vomito hanno sete di sangue, perché i Retches hanno Blood Thirst. Il nuovo album punk hardcore del power trio veneto può essere una buona valvola di sfogo in questo periodo: la pandemia globale ti fa arrabbiare? In quarantena ti sembra di impazzire? Hai bisogno di una carica musicale energetica? Queste 19 tracce totalmente autoprodotte fanno al caso tuo. Bastano infatti un chitarrista, un bassista e un batterista con le loro ugole per fare un casino abbastanza potente e distruggere la sensazione di isolamento.
Ritmi incalzanti, percussioni scatenate, voci urlanti e graffiate: si va dal celebre Memento Mori (Ricordati che devi morire) al male assoluto di Evil, fino alla convinzione che gli dei ci odino tutti di Gods hate us all e alla sorprendente Time in versione acustica che chiude il lavoro. Si tratta quindi di un disco corredato da un manuale di istruzioni piuttosto semplice: alza le casse, schiaccia play, lasciati andare, agitati in maniera convulsa e spacca ogni cosa (metaforicamente).
Immaginare una quarantena di persone tutte chiuse in casa solo con la rumorosa compagnia di questi brani è divertente ma, attenzione, il disco Blood Thirst dei Retches può dare scariche di adrenalina davvero utili anche e soprattutto in tempi di normale vita quotidiana. Naturalmente l'effetto può essere particolarmente apprezzato dagli amanti del genere punk rock hardocore ma, si sa, la rabbia non conosce alcuna barriera musicale.
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