freddocaneFR3DDOCANE2020 - Stoner, Psichedelia, Grunge

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Energia e voglia di divertirsi per un album che alterna alti e bassi ma purtroppo non riesce ancora a convincere fino in fondo

I Freddocane hanno sempre avuto un debole per il sarcasmo e i giochi di parole, così anche in questo loro nuovo episodio sulla lunga distanza si trovano svariati divertissement sparsi nei testi ma anche nei titoli (su tutti “Essenzio”, che fonde evidentemente “essenza” e “assenzio”). Il titolo dell'album, inoltre, essendo il terzo lavoro della band, non poteva che essere “Fr3ddocane”, dopo l'esordio omonimo e il secondo LP “Freddocane 2” (immaginiamo che il prossimo sarà quindi “Freddoc4ne”...). Entrando nel merito della proposta, tra le 11 tracce di questo disco si trovano alcune idee interessanti (ad esempio i cambi di umore di “Bonsai Bridge” che mostrano una certa cura degli arrangiamenti) affiancate senza soluzione di continuità ad alcune improvvise cadute di ispirazione (su tutte la dimenticabile “Alienazione” e la conclusiva “AMC”). Più interessanti, benché non originalissimi, sono gli accostamenti di generi che, senza allontanarsi mai troppo dall'alt-rock anni 90 in cui affondano le radici della band, rendono dinamico l'ascolto, soprattutto tra gli episodi centrali del disco. Si sfiora così il cantautorato rock con “Fango”, si scatena energia punk con la succitata “Essenzio” e ci si lascia avvolgere da un cantilenante folk dall'anima pop con “In-Dipendenza”.

Il brano probabilmente più riuscito è però “Atomica”, con la sua inquietudine che si fa apprezzare anche nella successiva versione strumentale, “Atomic Theme”, che impasta l'originale con uno strato di elettronica e nuovi impulsi ritmici. A non convincere ancora fino in fondo sono invece i testi e l'ormai consolidata abitudine di inserire cover senza lode e senza infamia, come nel caso di “Dentro Marylin” che finisce per evidenziare ulteriormente il forte debito che i nostri hanno nei confronti degli Afterhours (forse il verso “non si esce vivi dagli anni 90” contenuto nel brano “Anni 90” poteva già bastare).

Senza contare qualche stonatura e volumi non sempre ben calibrati, i Freddocane hanno ottima energia e voglia di divertirsi (che non guasta mai) ma dovremo attendere “Freddoc4ne” per capire se la band lombarda riuscirà finalmente a “sviluppare sonorità proprie”, come scrivono nelle loro note biografiche, perché con questo lavoro l'intento non è ancora raggiunto.

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La recensione FR3DDOCANE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-05-04 19:56:39

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