Già dai primi ascolti mi era apparso evidente: nel cd dei Pechblènda, un netto distacco tra testi e musica: parole inquiete ed appassionate, ma suoni dai tratti lievi e ridondanti. Ho avuto, poi, conferma di questa mia “sensazione” visitando il sito della band e apprendendo che il loro “La nostra favola” è la trasposizione di “Sempiterni Frammenti”, raccolta di poesie firmata da Giacomo di Stilo. Si tratta di una interpretazione che mi lascia alquanto perplesso a causa della tendenza, da parte loro, di svilire la drammaticità delle liriche con ritmiche forzosamente armoniose e popeggianti. Laddove, infatti, passaggi come “Si frantuma il tempo in un vomito d’angoscia ora che… tutto appare distorto, offuscato, contrapposto…” trasmettono una penetrante inquietudine interiore; melodie di pianoforte, violino e chitarra classica hanno un potere sviante ed assolutamente avulso da tematiche esistenzialiste.
Davvero troppi, ed inutili, barocchismi per un disco privo di personalità che paragonerei ad una di quelle “palle di vetro” che si comprano (?) come souvenir: sostituite all’immagine della città, le belle poesie di Giacomo di Stilo e alla classica neve, suoni zuccherosi e melensi ed avrete “La nostra favola”.
Unica nota positiva: questi Pechblènda si fanno portatori di un progetto teso a raccogliere fondi per la “Fondazione Janua Coeli Missionari nell’Amore”… ma ciò, davvero, trascende dalle abilità musicali.
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La recensione La nostra favola di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-10-18 00:00:00
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