Un EP ancora acerbo per la band toscana, che pur con buone intenzioni, non riesce a dire nulla di nuovo né aggiunge nulla alle idee del rock di 40 anni fa
Primo EP per gli Aridopachi, questo “Caos Karma”, come suggerisce anche la copertina, mostra sin da subito le sue carte, che però, anziché una scala, sono più probabilmente una doppia coppia, la prima fatta dall’incontenibile passione per le sonorità del passato che il combo toscano sbandiera volutamente tra synth Eighties e riff energici che si alternano tra gli anni 80 e i 90, la seconda invece fatta dalla gran voglia di comunicare le proprie emozioni e i ricordi più importanti attraverso liriche in italiano dalla poetica ricca di immagini e riflessioni. Due coppie di carte importanti, sia chiaro, ma ancora troppo poco per colpire nel segno o, restando nella metafora, per stracciare l’avversario.
Già con la prima traccia, “Bambino”, si entra in un universo sonoro a tinte fosche che, sotto un cielo hard rock, fa sfilare una schiera di idee prese in prestito principalmente dal panorama rock anglofono di alcuni decenni fa, mentre il testo in lingua madre punta i riflettori su reminiscenze personali. Tra i synth à la Van Halen de “Il sogno” e la ballad “Se potessi” (che prende spunto dalla nota canzone degli anni 30 di Gilberto Mazzi, “Se potessi avere mille al mese”), ci viene riproposto, come bonus track, il primo singolo pubblicato dalla band nel 2018, l’aggressiva “Parenti serpenti”, che placa subito le fiamme dei suoi ardori nella successiva (e trascurabile) “Tam tam”. Il lotto si chiude con la strumentale “Venezia Night (Liberty)”, che, nonostante gli apprezzabili sforzi per lasciar spazio ai monologhi strumentali della chitarra elettrica e delle tastiere, ha un concetto così libero del suonare “a tempo” che si fa fatica a seguirne le evoluzioni, così come a trovare i punti di forza di un dischetto come questo che, pur premiando le buone intenzioni della “doppia coppia” di valori espressa all’inizio, raggiunge appena la sufficienza.
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La recensione CAOS KARMA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-05-20 13:53:54
COMMENTI (1)
Sono un appassionata di musica Rock e Pop per quanto apprezzi le buone intenzioni della Band i suoni e la musica non mi hanno regalato grosse emozioni l'assolo di chittarra in Bambino per esempio mi ricorda la vecchia scuola hard rock Litfiba ormai superata niente di nuovo.