Poesie metropolitane vecchia scuola
La Dora è il fiume che attraversa Torino da secoli, il locus amoenus inquieto e tormentato dal contatto prolungato con gli umani. In questo spezzone di ventunesimo secolo il fiume è un luogo di solitudine e degrado, attraversato da tutti nella più totale indifferenza. Da luogo idillico e panoramico è diventato lo sfondo del teatro urbano della città piemontese.
Nel disco intitolato Poesie per la Dora, lo storico fiume torinese diventa una nuova musa. Ad invocarla è un collettivo di ragazzi che si rifanno al nome Radiobluenote Artists, che scelgono la Dora ed in particolare il Ponte Carpanini (stilizzato sulla copertina dell'album) per raccontare le loro storie di vita urbana. Lo fanno scegliendo quello che per loro è il simbolo ormai degradato della città, il punto focale dove si incrociano la disintegrazione sociale e la tossicodipendenza. Ne vengono fuori tredici poesie metropolitane in grado di scattare delle polaroid simboliche ed eterne ad un preciso momento storico, ad una certa realtà sociale. Tracce che raccontano la città in una chiave vintage accattivante e surreale, con forti richiami alla scena rap che ha fatto la storia dell'underground italiano, con sfumature di trip hop che rievocano molti contesti internazionali. Un concept nel quale spiccano brani come "Ponte" e "Paure di carta", le sinfonie di strada de "Il volo del pianoforte" e di "Doppelganger" e ancora le atmosfere poetiche di "Estasi", una delle tracce più particolari e significative di questo disco.
Poesie per la Dora è un lavoro concettuale e collettivo che convince al primo ascolto, vario e allo stesso tempo omogeneo nella sua struttura. Un insieme di istantanee realiste e crude, una carrellata di barre che ammiccano ai mostri sacri del passato e alla sostanziale necessità del presente, troppo spesso vuoto e indifferente ai contenuti veri e di qualità.
---
La recensione POESIE PER LA DORA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-05-24 09:14:00
COMMENTI