In questo lavoro antologico gli autori scorrono uno dopo l'altro in un continuum che si percepisce nonostante le differenze di natura artistica o vocazionale delle persone che partecipano al progetto. Perché, va detto, ogni brano è un mondo a sé e molti di questi starebbero in piedi anche da soli, isolati dal contesto. Il disco del collettivo torinese Radiobluenote funziona bene, e trova una sua forte identità collettiva.
È un progetto che definire hip-hop sarebbe quantomeno riduttivo, ma che nei momenti hip-hop trova spesso spunti ed esiti soddisfacenti. Come, ad esempio, gli scratch di Gibbo o gli incastri e le sperimentazione di Davide Bava, Tito Sherpa e Brownie. La strumentale, a cura dello stesso Bava, suona interessante ed attuale, il beat di batteria toccata piano è un po' il leitmotif del progetto.
Notevoli le parti del disco meno strettamente legate all'hip-hop: da Vitamina D di Luca Atzori, a metà tra cantautorato e pièce teatrale, al monologo pulp di Jorge Caish o alla poesia recitata di Loredana Iannizzi.
Tutti gli elementi del progetto contribuiscono al risultato finale, decisamente convincente. Le sonorità sono molto ben gestite e gli interventi narrativi sono spesso convincenti. Il progetto Voyeurismo conferma gli spunti positivi visti in Poesia per la Dora, il loro esordio del 2019.
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