Terzo disco per Pacifico e dopo la parentesi nella lavanderia a gettoni di “Musica Leggera”, la copertina torna a mostrare un esterno sul mare. Si può prendere questo piccolo dato e applicarlo ai dischi: dopo la relativa involuzione del secondo disco, “Dolci Frutti Tropicali” possiede un respiro più ampio. Paragonato all’esordio, però, l’ultimo lavoro presenta una differenza sostanziale: là in copertina c’era una foto, qui un disegno. Come dire: cattura di un istante e riproduzione ad arte. E anche in questo caso il paragone è calzante; uscendo definitivamente da questo giochino, infatti, va detto che questo lavoro sembra più un disco alla Pacifico che un disco di Pacifico.
Gino De Crescenzo ha ormai maturato uno stile personale, basato su testi di altissimo livello accompagnati da musiche che spesso restano un passo indietro, quasi per non disturbare le parole. Il discorso qui si ripete, ma si avverte una perdita di forza proprio delle musiche. Se nel primo disco l’equilibrio con i testi si configurava come una sorta di “terza via” tra cantautorato classico e vocazione puramente pop, in queste undici tracce le musiche tendono a perdere freschezza, a volte perché appesantite da arrangiamenti eccessivamente enfatici (alla Andrea Guerra, per intendersi), a volte perché di per sé non di alto livello.
Di fronte a questo calo, risalta ancora di più la qualità dei testi come sempre caratterizzati da diverse tecniche di scrittura: si passa da una grande capacità nello scendere nei dettagli (”I pali con l’acqua alla vita / e nodi chiodi ammaccature / e la ruggine / ustiona le ancora e i pontili”, dal singolo “Dal Giardino Tropicale”) ad un uso calibratissimo del suono delle parole (“Sorvegliarti, guardarti dormire / sulla porta attento a non tossire / Assicurarsi che nessuno ti disturbi o ti tradisca / buio pesto, zitti e mosca”, da “L’Altalena”, con una prolungata allitterazione di s e t), senza tralasciare l’uso di accostamenti mai scontati (“Abbiamo questa regola / quest’unica ossessione / ridurre il tempo a pastiglia o porzione”, da “Da Qui”, cantata con Samuele Bersani). Ciò che manca, quindi, è un equilibrio ottenuto all’esordio e qui quasi mai raggiunto (i punti più alti sono probabilmente “L’Incompiuta” e “Polifemo”): valga in generale l’accostamento tra “Il Postino” e “L’inverno Trascorre”, il tema è lo stesso (l’inverno che divide una coppia), nel primo caso trattato con grande originalità, qui con toni ben più ordinari.
Concludendo, il disco presenta testi ottimi e pezzi di buon livello, ma in rari casi riesce veramente a catturare. Questo è un buon lavoro di un buon autore; Pacifico, però, è un grande autore. Lecito, quindi, attendersi il massimo.
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La recensione Dolci Frutti Tropicali di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-02-28 00:00:00
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