"DIECI | VENTI" de il penso del corpo è un piccolo scrigno che contiene al suo interno delle gemme pop. Prendiamo, per esempio, un pezzo come "filastrocca | asteria". Da sola questa seconda traccia basterebbe per comprovare quanto affermato in precedenza. Già perché la band bergamasca, forte di dieci di carriera, è in grado oggi di presentarsi non soltanto con una buona dose di esperienza ma anche con la sapienza di chi, da molto tempo, è in grado di evocare piccoli mondi sospesi con una manciata di accordi pop. E proprio questa commistione tra elementi pop e capacità di racconto ad essere la cifra caratteristica più significativo del cantautorato de il peso del corpo.
Intendiamoci: se fossimo stati nel 2008, anche 2010, avremmo davvero gridato al miracolo davanti a un disco così perché qui vi è racchiuso, praticamente, tutto ciò che dodici o dieci anni fa era considerato turbofigo. Tuttavia, al netto di questa importante disconnessione temporale, il disco della band di Bergamo è, ancora oggi, iper godibile e anzi ci consente di riscoprire stili ma soprattutto toni che avevamo un po' perso nel flow del contemporaneo sempre e comunque. Quindi questo album può essere sì inteso come una pausa "dal chiacchiericcio del presente" ma anche e soprattutto come un gran lavoro pop, senza se e senza ma.
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