Zaraf mette in chiaro il proprio manifesto artistico confezionando un'etnografia musicale moderna ed ammiccante.
La Zaraf sfugge le definizioni di genere.
Si apre così la biografia del collettivo di stanza a Bologna che ha pubblicato, ad inizio di decennio, il primo extedend play di brani inediti autoprodotto: il risultato del lavoro in studio è “Neon Vol. 1”.
Poc'anzi abbiamo riportato una chiara manifestazione d'intenti, ed infatti i parametri d'ascolto di questo assaggio attingono dalla tradizione est europea riscontruendola su piloni di musica elettronica. Le scale e gli arpeggi che fanno eco alle strade di Istanbul, Belgrado e Sofia ricevono commistioni buone a dare la sensazione di un rave berlinese: se l'open track “Romskitsch” destabilizza gettando confusione nella mischia, l'idea artistica diventa concreta nelle tracce a seguire, disvelando all'ascoltatore un universo immaginifico da mille e una notte. Nel pieno rispetto dei crismi di genere, clarinetto e sassono vestono il ruolo dei protagonisti, ma è nell'effettistica digitale che si nasconde la chiave di volta della etno-rifondazione di Zaraf.
Musica balcanica che approccia con modernità questi anni '20: Zaraf parla di sé in terza persona e suona buona musica rimodulando un genere reso spesso monotono da interpreti poco coraggiosi. Un antipasto squisito, lecito quindi aspettarsi maggiori sviluppi.
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La recensione Neon Vol.1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-05-26 00:06:27
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