Quarantine è un ep di sei tracce ad opera dei Louder Bpm, formazione fiorentina che da parecchi anni non si metteva a lavoro su qualcosa di nuovo. Parliamo di membri che avevano prodotto qualcosa insieme nei lontani anni Ottanta con il nome di Redox e che, adesso, da buonissimi ex compagni di avventura, hanno approfittato di questo distopico periodo per rinconciliarsi musicalmente.
Ne è venuto fuori un disco di rock elettronico che risente delle influenze new wave e delle atmosfere dark che ancora oggi riescono a conquistare e a coinvolgere. Particolarmente convincente è il brano "Fire", con le sue influenze che pescano un po' dai Depeche Mode, un po' dai REM e perché no, ci mettiamo dentro pure i Notwist, regalandoci un revival malinconico e decisamente apprezzato. E se i synth apocalittici di "The Big Storm" ci offronto spunti di una modernità non proprio idilliaca, con "Regrets" e "Strange Days" si ritorna ancora una volta nel grembo materno di quelle sonorità old school trattate coi guanti (a cui oggi aggiungeremmo pure la mascherina e il disinfettante per non farci mancare niente).
Fortunatamente Quarantine è un prodotto da lockdown concepito come si deve e non per voler unicamente sfruttare l'onda del momento. Del resto, in queste settimane abbiamo ascoltato decine di esempi così osceni che questo lavoro dei Louder Bpm non fa fatica a lasciarsi definire uno dei migliori lavori del periodo post Dpcm, vuoi per le atmosfere tipicamente claustrofobiche vuoi perché alla fine c'è la qualità, requisito essenziale per ogni forma d'arte.
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