Ci piacerebbe vedere più incisività e quelal genialità scorretta a cui ci hanno abituato, ma in fondo siamo contenti
Tutti quanti ci ricordiamo il 2016, d'altronde noi eravamo sempre qui a scriverne, senza nostalgie né preamboli, prepariamoci a sviscerare il chiacchieratissimo (e streammatissimo) nuovo mixtape della Dark Polo Gang.
Ci sentiamo di dire subito due cose: questo è la release più hip hop del collettivo romano, nonché la release più nei binari. Le strofe di Wayne e Tony procedono con il pilota automatico, senza nessun guizzo particolare: nessuna quotable eclatante, più autocitazioni che vogliono rifarsi al periodo più forte della DPG. Al contrario, spiccano le strofe di Pyrex che ci fa sperare (e non ce ne vogliano: la gang è per sempre) in una nuova carriera solista («Tanti soldi in mano, sembrano un mazzo di Yu-Gi-Oh!» facilmente la barra più bella del disco, in Biberon).
Parlavamo di hip hop: vedere Tony, Wayne e Pyrex collaborare con così tanti rapper è segnale di un certo tipo di competitività: quella di chi deve confermare sé stesso dopo aver generato un filone pieno di imitatori, figli e figliocci (Tu sei mio figlio come Goten / fottuta Dark Polo Ralph Lauren rappa sempre Pyrex in Gang). Tra gli ospiti spicca Tedua, che ci fa sperare in un 2020 azzeccatissimo data la consapevolezza che sembra dimostrare, ma anche Traffik, Anna e Drefgold sono tra gli highlight del disco. Per quanto riguarda invece i beat, non ci sembra di trovare un Sick Luke così ispirato, nonostante si confermi sempre tra i più bravi nel cogliere le tendenze che arrivano dal resto del mondo (come la New York Drill) e a riproporle con una sua coerenza.
Ci piacerebbe vedere più incisività e quelal genialità scorretta a cui ci hanno abituato, ma in fondo siamo contenti
---
La recensione DARK BOYS CLUB di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-05-15 15:22:00
COMMENTI (1)
Puoi chiedere al direttore se mi fa scrivere per Rockit?