La Liguria è, storicamente, terra di cantautorato dalle indiscusse qualità. Parole scritte (e cantate) che nel corso dei decenni hanno plasmato una linea artistica tipizzata e riconoscibile: da questa regione parte, oggi, il percorso di Marco Barbieri, conosciuto come Altrove, che pubblica il suo long play “Bolle” per La Clinica Dischi / Artist First.
Un ascolto composto da otto brani che ci permettono di saggiare il perimetro d'azione di questa realtà spezzina: un disco suonato, dove la predominanza di sturmenti analogici incontra i sintetizzatori che danno aria alle melodie senza mai risultare troppo invasivi. Le bolle di Altrove ci parlano di incertezze e precarietà, tematiche portanti di una wave cantautoriale che approccia il nuovo decennio tenendo ben presente un punto di riferimento come Calcutta: questo ascolto, in ogni caso, non si rivela un mero esercizio di stile e attraverso saliscendi emozionali sembre ben ponderati c'è spazio per canzoni tanto ingenue quanto affascinati, su tutte “Cenere” e “Gelato all'amarena”. Potenza della semplicità: liriche dove i barocchismi sono banditi, per pensieri che si incastrano grazie a parole incisive e dirette, senza rimpinguare di poesia questo grigio presente.
“Bolle” è un bel disco di musica italiana, è un'opera prima e come tale non è esente da difetti e tentennamenti che sono fisiologici quando si è ancora in quella fase dove c'è da calibrare al meglio il tiro, ma per adesso tanto basta e siamo contenti così. Altrove nella sua nota biografica si è presentato come un vino bianco cresciuto sulle scogliere delle Cinque Terre: il paragone appare totalmente azzeccato in quanto il retrogusto è ottimo ma ci concediamo di lasciarlo ulteriormente decantare attendendo i prossimi sviluppi artistici.
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