Che aria tira alla fine del 1997 dalle parti del rock italiano? Di certo non si e` ridotti male come lo e` il cinema (anche se ce li abbiamo pure noi i nostri Pieraccioni!), e sembra che non solo sia il momento di ottime conferme, ma anche periodo di buoni esordi. Nel caso particolare ci riferiamo agli Scisma, gruppo che ha ricevuto la sua santificazione con una canzone del calibro di "Rosemary plexiglas", costruita sul magico incrocio di chitarre in distorsione, accenni di piano, archi accennati e una voce femminile che ha avuto le piu` svariate definizioni! Un gruppo formato da tre donne e tre uomini, dove emergono rispettivamente Sara Mazo (voce particolare in alcuni brani) e Paolo Benvegnu` (testa pensante, chitarre e a volte alla voce) che ci mette di fronte a 14 canzoni valide nel complesso, soprattutto perche` riscontriamo nell'intero lavoro un'omogeneita` di fondo che di certo puo` essere attribuita a colui che sta dietro la consolle, ovvero a quel Manuel 'Copperfield' Agnelli, ormai divenuto la mente di una scena che parte da Milano e che speriamo abbracci l'intera penisola. Pur se questo "Rosemary plexiglas" è uscito prima di "Hai paura del buio?", molti brani risentono fortemente del marchio 'Afterhours', senza con cio` voler dire che e` un male: ascoltate 'Loop 43', 'Psw', 'Svecchiamento' o 'Nuovo', e non potranno non venirvi alla mente quei magici intrecci di cui e` capace l'illusionista di cui dicevo prima. Se poi volessimo trovare ulteriori agganci si potrebbe dire che 'L'autostrada' ha molto, moltissimo, di '1979' degli Smashing Pumpkins. Ma non voglio ripetermi, poiché tutte le coordinate finora presentate potrebbero far pensare ad un insieme di note che qualcuno ha saputo plasmare per dare in pasto ad un pubblico disponibile; e invece l'album ha i suoi contorni definiti, con sfumature come la voce femminile (in 'Videoginnastica' e 'L'equilibrio', due episodi di pop sporcato, e 'Negligenza', con ritmo da carillon del 2000, si esprime a buoni livelli), le chitarre effettate che spaziano dal wha-wha ('Loop 43') fino ad accenni di noise ('Completo'), e interventi di archi e pianoforte (con l'ultima traccia, 'Poco incline ai R.F.', si percorre la strada tra la sperimentazione e la melodia). Le liriche ricalcano a volte quella sorta di non-sense che caratterizza le canzoni degli... Afterhours, tanto per cambiare, e basta una frase come "Voglio ubriacarmi con te / goderti fino al mattino / per sublimare l'agreste bisogno di svendere fluidita`", affinche` si possa intuire la tipologia di alcuni testi. Percio`, occhio: l'album non è un pout-pourry di suoni vecchi e nuovi assemblati alla meno peggio, ma un lavoro che merita almeno di essere ascoltato per i momenti di notevole fattura che regala. Magari nella speranza che in futuro non ci sia solo il monopolio del C.P.I riguardo ai gruppi esordienti, pur apprezzando in toto l'impegno che il Consorzio mette in campo.
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La recensione Rosemary Plexiglas di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1997-11-17 00:00:00
COMMENTI (2)
Ho sempre preferito i gruppi ai solisti , specie quelli con voce maschile e femminile , una che ti fa pensare ed una che ti fa volare .Gli Scisma li ho conosciuti dal vivo nel locale dove lavoravo ed è stato amore a seconda vista - ascolto : potenti , teatrali ad un forte impatto .Mi piacciono tutti i suoi album e il mio preferito è bombardano Cortina .Una sera mentre li ascoltavo me li immaginavo suonare e cantare cavallo bianco dei Matia Bazar , quando qualche anno dopo li ho sentiti nell'album canzoni moderne con Antonella Ruggiero la mia autostima è lievitata .scismapersempre
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