Modern rock con spruzzate di strumenti esotici per il terzo album della band parmense
Giungono al terzo lavoro su lunga distanza i Tafel Musik, la rock band nata a Berceto (in provincia di Parma), che sin dagli esordi ha pensato di accostare agli strumenti tradizionali del rock (chitarre, basso e batteria) anche strumenti dai timbri esotici come l’ukulele, il didgeridoo, il banjo, il dobro ma anche bonghi e molto altro. “Hotel Appennino” è il titolo di questo nuovo lavoro, in cui il combo parmense fa ulteriore sfoggio delle proprie qualità sfornando undici brani vicini alla tradizione cantautorale americana costellata di decorazioni blues e alternative su un groove pop rock.
I pezzi di “Hotel Appennino” sembrano funzionare anche (o soprattutto) spogliati dei loro arrangiamenti, tanto è vero che dalla pelle di queste canzoni trasuda ancora viva l’attitudine acustica della band che le sonorità elettriche si limitano giusto a rivestire e imbellettare, talvolta privandole della genuinità che le contraddistingue a livello di scrittura. Pezzi come “Prophets and Monks”, “Tangerines” o “Black Bus Blues”, ad esempio, viaggiano su traiettorie piuttosto mainstream e sono tra quelli maggiormente schiacciati dai suoni puliti poiché più degli altri brani avrebbero meritato di giungere a noi autentici e schietti, magari “sporcati” da suoni in grado di graffiare. Tuttavia questi sono solo piccoli accorgimenti per allontanare definitivamente i Tafel Musik dai facili riferimenti, perché la band ha talento e inventiva e una volta trovata la propria cifra stilistica potrebbe darci davvero grandi soddisfazioni.
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La recensione Hotel Appennino di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-10 13:28:09
COMMENTI (1)
Grazie Doriana, prenderemo atto. Speriamo di fare centro con il prossimo album al quale stiamo già lavorando.