Ambient rarefatta per orecchie attente.
Arrivati al quinto disco i Serial Experimets hanno deciso di non fermare la serie di esperimenti. Cosa succede se si blocca per un'ora il tempo, ma noi si continua a fluire in una strana dimensione liquida e rarefatta?
Nostalgia sembra essere la traduzione in musica di questa domanda. Si torna nostalgici al passato, ma si chiede al flusso temporale di fermarsi, così da ricominciare tutto da quando ci si era interrotti. Le note del duo potentino si inseriscono in queste sottilissime fessure che intercorrono tra i secondi dilatati. Le tastiere nella migliore tradizione dell'ambient, sono intrecciate con parti ritmiche che spaziano tra il trip-hop e la vaporwave. Sopra tutto, a intessere le trame più evidenti, sta una chitarra classica, elegante nella sua ingenua pulizia.
La prima parte del disco è volta al raggiungimento di uno stato di ipnosi dell'ascoltatore. L'intercedere è rarefatto, si va costruendo un fondo ambiguo di sintetico ed analogico. Bisogna stare nel gioco, entrarci fino in fondo, senza cedere a distrazioni.
Salty Dew è una chiusura di capitolo. Iwakura Rein segna il nostro risveglio, ritorno offuscato allo stato di coscienza. I pezzi cambiano leggermente volto, più squadrati, più delineati dalle scansioni della drum machine, rinvigoriti da bassi più corposi -si veda Faye Valentine's Cyberblues- e arricchiti da insolite citazioni -sembra arrivare dal folk irlandese il riff di From an Ancient Book.
La conclusione del viaggio è affidata a Momentum, che ci traghetta lontano lontano, col suo gentile pianoforte accompagnato dagli archi, sintetici ovviaente.
Nostalgia è un disco che purtroppo non arriverà a molte orecchie. Ma i pochi che ne godranno saranno certo fortunati, per aver rimuginato un poco sul passato, in compagnia delle note dei Serial Experiments.
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La recensione Nostalgia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-07-18 15:42:29
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