Sin dai primi giorni di lockdown gli artisti costretti tra le loro mura domestiche hanno iniziato a dar vita a canzoni a tema, concerti in streaming, EP e addirittura album dedicati in qualche modo al periodo storico di “fantascienza reale” che abbiamo vissuto e che, sebbene in modo diverso e marginalmente più libero, stiamo ancora vivendo. Non è stato da meno il sempre attivo Ludovico Einaudi, che sin dai primi tempi ha deciso di suonare live da casa sua, utilizzando i mezzi tecnologici e i social per restare accanto ai fan, nonostante i concerti del suo tour primaverile siano stati, come molti altri, rimandati a data da destinarsi. La reclusione forzata però ha anche ispirato il compositore torinese a provare a trasferire sui suoi brani più noti tutte quelle nuove sfumature di colori che divampavano dalle emozioni contrastanti degli eventi recenti. È nato così “12 songs from home”, dodici composizioni registrate a casa sua semplicemente con un iPhone e presentate con una cover minimalista disegnata dallo stesso Einaudi nonché pubblicate (solo in formato digitale) per Decca Records.
In queste “12 songs” ritroviamo alcune tra le più celebri composizioni di Ludovico Einaudi, da “Oltremare” a “Elegy for the arctic”, fino ad “Ascent”, “Nuvole bianche” e naturalmente “Le onde”, ma le registrazioni casalinghe e l’umore del momento le rendono più intime, sicuramente meno d’impatto rispetto ai lavori registrati in studio ma al tempo stesso più sofferte e impregnate di diverse suggestioni. Tanto le sbavature quanto l’audio di bassa qualità donano insomma a questo lavoro un alone di malinconia in più, con la soave danza delle dita del compositore sui tasti del suo pianoforte verticale che ci ricorda continuamente tutto quello che in quei giorni intorno a quelle musiche stava avvenendo. Ecco che respiri, movimenti, scricchiolii e perfino il silenzio in questa nuova raccolta del pianista comunicano il proprio pathos, togliendo limpidezza ai suoni ma accrescendo contemporaneamente il significato simbolico di queste versioni.
Einaudi ha dichiarato che “12 songs from home” è un modo per ricordare i brevi concerti casalinghi diffusi tramite Instagram in piena quarantena, per lasciare ai posteri “il mio ricordo di questo periodo, di un’atmosfera strana e nuova che difficilmente dimenticheremo”, e perciò, pur aggiungendo ben poco alla sua discografia, questo disco è da ascoltare e vivere come una personale e appassionata testimonianza dell’oscurità che ha attraversato le nostre vite nei drammatici giorni di marzo e aprile 2020.
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