Sfacciati, irriverenti, svogliati. Ma con la forza di mettersi in gioco, identikit calzante dei protagonisti di questo nuovo “millennio buggato”. Il nuovo lavoro degli Psicologi è un progetto omogeneo, uniforme, che ricalca i tratti caratteristici delle opere precedenti. Temi cari all’epopea street della vecchia scuola rap quanto ai poeti romantici, la fratellanza, la lotta contro la borghesia, l’ideale ribelle della giovinezza (ma con qualche grammo in mano). “Ho giurato a me stesso che non sarò come loro”, la voglia di urlare in faccia a un mondo inadeguato per un diciannovenne.
I ragazzi non tradiscono mai la loro immagine, l’autenticità (che rimanda a qualche testo itpop del momento) è punto chiave di un duo che parla di quel di cui sa parlare: i diciannove anni d’oggi sono fatti di cene al McDonald, di canne fumate sulle panchine, di storie su IG, qualche bevuta di troppo per dimenticare una storia finita, ansia e sigarette. “Smetterei di fumare per te e darla vinta a tutte le mie insicurezze” è un verso che già preannunciava una vena romantica nel disco. Millenium Bug parla anche di questo: amori attuali, amori persi, amori fantasma, amori per cui vale la pena rinunciare a tutto. L’amore che crede in una tappa ideale in cui non servono soldi, ma solo una “tenda di plastica”, che sia in Africa o in Canada.
Non manca ovviamente qualche frase da cliché adolescenziale che è lecito aspettarsi da due ragazzi appena usciti dalla scuola: i diari, i banchi, i sogni fuori dalla finestra. L’adolescenza che parla all’adolescenza stessa della sua adolescenza. E chi, se non la generazione Z oggi può comprenderli meglio? La sfacciataggine con cui Kaneki e Drast espongono il proprio manifesto, quell’irriverenza con la quale ci lanciano questo urlo generazionale: Il Millenium bug aveva sconvolto l’informatica nella notte tra il 31 dicembre 1999 e l’inizio 2000, siamo orgogliosi d’esser nati da qualcosa di rotto.
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