Il terzo disco del producer toscano evoca scenari esotici e maestosi, dodici ritratti liquidi di straordinaria bellezza fluida.
L’elettronica italiana sta vivendo un gran momento: dopo le uscite di Lorenzo Senni e Populous, questa volta è il turno di Clap! Clap!, un’eccellenza del nostro Paese, conosciuto a livello internazionale e giunto al suo terzo disco in studio, Liquid Portraits, e pubblicato con l’etichetta di Bristol Black Acre.
Liquid Portraits è un lavoro che punta tutto sulla sua capacità evocativa di scenari esotici attraverso intricati incroci ritmici, arpeggi orientali, beat sognanti e i field recording realizzati da Cristiano in persona. L’ecosistema musicale che viene a crearsi racconta varie tappe nel percorso di vita di Clap! Clap!, toscano di nascita ma cittadino del mondo per via della gran quantità di luoghi che si è trovato a visitare nel corso della sua vita. Basta addentrarsi nei primi minuti della traccia d’apertura Desert Stone – in cui vengono usate le pietre sonore di Pinuccio Sciola, come ci ha raccontato Cristiano qui – per cogliere questo elemento geografico: se il titolo richiama uno scenario arido e torrido, la prima cosa che sentiamo è dell’acqua – liquida proprio come i ritratti del disco – sgorgare, seguita a stretto giro dal cinguettio di uccelli in una foresta nascosta. Immagini che si accavallano, ricordi che riaffiorano, paesaggi che emergono e si fondono tra loro.
Procedendo col disco, Hokkaido’s Farewell Portrait ci porta in una delle regioni del Giappone dove la natura selvaggia domina incontrastata per assistere a quello che sembra un combattimento tra samurai, mentre Southern Dub, con la partecipazione del percussionista Domenico Candellori, strizza l’occhio alla taranta e al Salento, ricordando vagamente l’autobiografico TRNT di Go Dugong. Degne di nota anche, Rising Fire, dove l’arpa di Kety Fusco traccia geometrie orientali col suo strumento, la title-track, dal beat sincopato e con lo splendido basso di Piero Spitilli, e l’ipnotizzante Movin’ On, accompagnata da un video con la cantante dello stesso brano Martha Da’ro e su cui hai messo mano RUFFMERCY, autore di tutto il progetto grafico di Liquid Portraits. Un viaggio introspettivo e suggestivo, dove la realtà diventa fluida e i panorami che ci troviamo davanti pulsano, respirano e prendono vita.
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La recensione Liquid Portraits di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-06-12 08:00:00
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