Una ripartenza, quella di Pierpaolo Scuro, che prende la strada giusta.
Il virus non c’entra. Poco male se il titolo riporta, inevitabilmente, al Covid 19 e alle sue storie tese. Niente di tutto questo. Anche perché la registrazione dell’album è cominciata due anni or sono. La testa al toro l’abbiamo già tagliata. La ripartenza è metaforica, o poco più. A un certo punto, tra le righe del testo della title-track, Pierpaolo Scuro si chiede se “ripartire è una peccato mortale”. Ci sono i sentimenti in ballo, è chiaro come il sole, ed è soprattutto nei confronti dei sentimenti che l’ex SilenzioInsipido dispiega le sue canzoni. Che brillano per il loro candore (è il caso di “Sarebbe come”), che se ne vanno per la tangente in quanto a spensieratezza (l’opener “Nostra signora”, con quei coretti quasi ye-ye), o che sanno essere muscolari (le chitarre sature di “Somiglia a te”).
Pierpaolo Scuro ha una capacità di scrittura niente male, e poi sa più che bene cos’è la melodia, come usarla, come sfruttarla senza risultare melensi o peggio: i nove episodi che ha infilato nel quarto disco da solista son lì a dimostrarlo senza tema di smentita. Di conseguenza, il cantautore tarantino si dimostra abile nel muoversi tra esigenze acustiche, elettroniche (belli e delicati gli inserti del computer piazzati nelle note di “Intorno”), tra pezzi che innalzano verso l’alto il termine “pop” (“Formula segreta”) o che si macchiano, sia pur non in modo indelebile, di una sottile traccia di psichedelia (la tastiera sixties di “Notti bianche”).
È una ripartenza che prende la strada giusta, dopo un’assenza di tre anni e qualche indecisione seminata qua e là nel passato. Che ripartenza sia, al di là delle metafore.
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La recensione Ripartire di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-09-01 18:21:00
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