Kety Fusco
DAZED 2020 - Strumentale, Elettronica

DAZED
10/06/2020 - 11:32 Scritto da Vittorio Comand

L'esordio della musicista toscana è uno stravolgimento totale dell'arpa come strumento. E che mette tutti d'accordo, dal Berghain di Berlino al Giardino dell'Eden

Non poteva avere titolo migliore il disco d’esordio – uscito per Sugar Music – di Kety Fusco, l’arpista toscana che da qualche anno si è trasferita in Svizzera: Dazed. È proprio così che ci si sente, storditi, una volta arrivati alla fine delle 9 tracce che compongono il disco, per una mezz’ora complessiva di intensissimo ascolto: l’arpa elettrica di Kety inganna, confonde, ci porta in territori sconosciuti dal profondo Oriente al caos delle metropoli e le sue corde sono capaci di diventare una Stratocaster, un sitar, un liuto, a volte niente di identificabile. Un dovuto grazie ad Aris Bassetti, musicista svizzero che ha aiutato Kety a portare la sua musica in questa direzione e a distruggere il mondo di fatine e unicorni legato all’arpa.

Dall’arpeggio forsennato di Ultrasystole alle carezze acustiche dopo un’esplosione digitale nel finale di DISORDER, è la stessa Kety Fusco a stordirsi in preda a un’ossessione estatica – o autismo dell’arpa, come lo chiama lei – mentre disegna scenari surreali senza sosta. A fare una comparsata (apprezzatissima) nel disco c’è Clap! Clap!, in Dive, dove ricambia il favore fatto da Kety nell’ultimo disco di lui, Liquid Portraits. Con un biglietto da visita eccezionale come questo, al prossimo ci permettiamo di sognare Nicolas Jaar.

Una versatilità inimmaginabile applicata a uno strumento spesso sottovalutato come l’arpa. Le cascate di note che sgorgano dall’arpa di Kety picchiano delicatamente su prati di ritmiche elettroniche pulsanti. È come trovarsi in un club in mezzo al verde, dove coesistono l’assembramento – quanto ci manca – e la pace dei sensi. Il giardino dell’Eden che incontra il Berghain di Berlino.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.