Un piccolo ep creativo e intrigante, "Mystery in the Making, Vol. 2" dà prova della creatività e dell'eclettismo che si celano dietro il progetto Amusin' Projects.
Il titolo recita “Mystery in the Making, Vol. 2”, ed effettivamente c’è un po’ di mistero nel modo in cui Amusin’ Projects –al secolo Arsen Palestini, veterano della scena hip-hop romana– riesce a dare a questo suo breve ep un senso coerente e unitario, nonostante una genesi che parte da influenze e stimoli differenti e all’apparenza difficilmente conciliabili.
Si inizia con “Lovedown”, nel quale il riferimento al lockdown appena terminato è presentato su una base jazz, opera del producer nipponico NES; segue “First Term Test”, pezzo le cui atmosfere cloudy e vaporose richiamano certi brani dei Gorillaz di “Demon Days”. Il brano successivo, “Hip Hop in the Record Shop”, è una dichiarazione d’amore per il proprio negozio di musica preferito: un pezzo che ci ricorda l’importanza di sostenere i rivenditori locali di musica in questo periodo complicato. “Phantomwise” segue la scia dei Massive Attack, con suoni dilatati e chill, adatti per avviarsi verso la conclusione del disco; l’ultima traccia, “Bring Back the Meaning in Rap”, è una sorta di chiamata alle armi verso i colleghi musicisti, per tentare di opporsi all’azzeramento dei contenuti nei brani e recuperare quella dimensione sociale e politica che l’hip hop ha sempre rivendicato.
Un disco eclettico, dai molti rimandi e riferimenti, che offre uno spaccato breve ma interessante della creatività che si nasconde dietro ad Amusin’ Projects: una conferma che la musica più interessante e stimolante nasce quando un musicista viene lasciato libero di esprimersi.
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La recensione Mistery in the Making, Vol. 2 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-09-15 00:00:00
COMMENTI (1)
non più di 3 secondi di ascolto per traccia... scadenti