Hard rock/blues con venature glam per l'esordio alcolico del power trio friulano
Un titolo come ‘Alcol, Suicidi e Cocaina’ ci può far aspettare due cose: un album trap, o un album di rock n’roll vecchio stampo, guitar oriented e con vocazione ‘maledetta’. I Brandy’s Fuel sono un power trio friulano, e questo dovrebbe già rispondere al quesito iniziale. La proposta musicale del lavoro quella di un hard rock/blues grezzo e dritto al punto, con qualche accelerazione punk (Scappare) e una corposa quota romantica di ballad e semiballad. Ci sono delle fondamenta classiche, tutte ZZ Top e <b, ma al di sopra c’è tutta una costruzione che rimanda, sia per sonorità che attitudine, alla scena glam/sleaze anni ‘80, quella, per intenderci, di Guns ‘N Roses e L.A. Guns, ma anche dei Van Halen (Sogni svegliati). C’è quello stesso uso del blues in fraseggi super distorti, quello spirito decadente tutto alcol, serate gloriose e pentimenti del giorno dopo, le semi ballad che addolciscono l’atmosfera. Il tutto è, diciamolo, senza infamia e senza lode: i suoni sono onesti e robusti, con qualche passaggio meno convincente (Brandy, Spiragli di luce), i testi coerenti con l’immaginario lanciato senza troppe sfumature già dal titolo del lavoro, le linee vocali seguono idee semplici, accompagnandosi spesso alle note della chitarra, e intrattengono fin quando, ad un certo punto di un album che conta ben 13 brani, rischiano di stancare. I Brandy’s Fuel sono un gruppo da birreria, e sia chiaro che è detto senza il minimo intento denigratorio: una formazione buona per una serata di rock senza troppe pretese in compagnia di amici e roba da bere. Su ‘Alcol, Suicidi e Cocaina’ forse si tornerà volentieri dopo una serata del genere; altrimenti, ce la sentiamo di consigliarvelo solo se vi appassiona il genere e questo tipo di estetica.
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La recensione Alcol, Suicidi e Cocaina di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-07-24 12:21:13
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