Molto rumore per quasi nulla. Ecco quanto mi hanno offerto i Quiver.
Quattro pezzi in inglese tra il fosco corrosivo rock dei Creed e una certa solenne epicità in stile Metallica vecchia maniera. Tanta forma e poca sostanza, inutile girarci intorno: titolo del disco suggestivo, confezione ben curata nella grafica, foto, credits, ringraziamenti a iosa. Ma il livello generale resta assolutamente amatoriale.
Una qualità della registrazione modesta, per cominciare. Tecnica acerba, appena accettabile. Qualche assolo azzeccato, ok, trame che si evolvono un minimo. Però il cantato di Andrea Della Porta è davvero troppo da digerire. Soprattutto perché non si distingue una sola parola della lingua straniera, e francamente son stufo di gente che nemmeno sfiora una dizione scolastica.
Spulciando nel loro sito, si legge: “…il nostro genere odierno è molto difficile da decifrare…siamo sempre in totale sperimentazione con nuovi suoni…sentendoci credo che lo notereste”. Io penso ci voglia più umiltà, invece. Poi non ditemi si tratta di errori di battitura: dentro il cd compaiono diciture del tipo: “All composition by… and arrangiaments by… an Principal Records production”. No cari Quiver, proprio non ci siamo.
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La recensione Whispers That Shine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-12-27 00:00:00
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