Nel 1999 i 24 Grana incisero questo album per la CGD che decretò il loro grande successo. A sei anni di distanza, abbandonata la major e riacquisiti i diritti di distribuzione, compiono un’operazione dedicata ai fan, ripublicando riuscire l’introvabile album con in allegato un dvd che raccoglie oltre 300 foto, videoclip, esibizioni live ed una lunga intervista in cui si parla della loro storia, partendo proprio dal loro nome (nato dal numero della teca in cui era contenuta una moneta coniata da Ferdinando D'Aragona, la grana appunto, termine di milanese e moderno uso comune).
Un disco sotterraneo, controcorrente, fin troppo "no-global" per essere distribuito da una major; ma un disco che allora diede una bella scossa al movimento underground e che senz’altro si meritava di uscire allo scoperto, di far giungere il suo messaggio vorticoso in ogni dove. Una miscela esplosiva di suoni in cui patchanka, dub, funkydance, ska-punk, e dub fanno un botto con risonanza multipla.
Francesco Di Bella e gli altri si raccontano, fin dai loro esordi musicali rigorosamente nei garage, ed il loro racconto va veramente di pari passo con quella che è l’evoluzione del disco che, per suoni arrangiamenti e temi sembra assolutamente attuale. E’ come un momento di collettività che è andato via via scemando, lasciando spazio al mondo opportunista che offre chances ai singoli che non se le lasciano scappare e che, malgrado tutto non riescono a rinunciarci. Così l’uomo nasce egoista per natura, cercando il possesso, talvolta magari amalgamandosi con dei gruppi e con delle situazioni per riuscirci. I 24 Grana si sono scrollati di dosso, già all’epoca, le etichette e le appartenenza a qualsivoglia categoria, come quella di gruppo da centro sociale, che pur li ha sostenuti moltissimo, diventando portavoce di una napoletanità si cantata sotto forma di protesta, ma senza inveire contro nessuno. La filosofia di vita di “Metaversus” , si riaffaccia un po’ nello ska di “Vesto sempre uguale”, presentato anche con il videoclip dalle sfumature grigie. “Rappresento” con i suoi riffoni punk ripropone un antico e sempre attuale disagio da manifestare sotto forma canzone, mentre le capacità canore di Franceschiello risaltano sugli arpeggi sofferti di “Le abitudini” e in “La costanza”. “Stai mai ccà” è anch’essa supportata dallo splendido video cartoon, che ci fa vedere i 4 in questa inedita veste, con la trasformazione del singer in “testa di leone nella danza Shi Shi Mai”.
Nell’intervista del dvd questo disco è ben descritto, dalla sua formazione forgiata in un freddo novembre nell’isolamento dell’Isola di Procida, fino al coinvolgimento emotivo che ne conseguì.
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La recensione Metaversus (cd + dvd) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-11-08 00:00:00
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