Quando ero satanista è il primo Lp di Tonno. No. Quando ero satanista è il primo fotoromanzo-musical di Tonno. Meglio così. E forse è ancora riduttivo. Fatto sta che dopo il posticipo, scioglimento e reunion, una sfilza di disegnini su verde acqua, eccolo qua: il pargolo eternamente adolescente della band toscana è stato partorito.
Bastano pochi ascolti per capire che è tutto giusto, è esattamente quello che doveva essere. Perché i pezzi li conoscevamo già tutti, più o meno abbozzati in concerto. Mancava questo guscio che li contenesse per bene. Mancava il Nokia 3310 per giocare fino allo sfinimento a questo snake craccato.
Un paradosso irresistibile fatto di un pugno di accordi e un basso prepotentissimo. Dura mezz'ora, ma chiede di ricominciare ancora e ancora. Non si sa come, ma la Mr. Brightside di Tonno funziona meglio dell'originale, senza gelosie e spioni, ma con richieste di patti di sangue e Furby contenti di vedere la scuola che brucia.
La dicotomia amore-morte ha fatto il suo tempo e ha pure fracassato il cazzo. Lo scontro frontale oggi è tra amore e scazzo. Richiedere fiducia per venerare Satana in compagnia, per stare bene insieme, ma solo un po’; troppa allegria non fa per noi. Meglio essere oggetti mediamente brutti che andavano di moda quindici anni fa, per confondersi sovrappensiero col mondo.
Nella perenne ansia di non capirci più nulla. Perché ogni cosa non è più al posto suo. Il cuore beve camomilla, le ragazze si innaffiano, e Dio ci mangia. È questo il senso dell’emo nel 2020, probabilmente. Cuori grandi compressi in pochi centimetri quadrati, che urlano per uscire un po’ all’aperto, e far passare la tachicardia.
Tonno apre brecce sul proprio universo, cercando di creare un esercito che sia nerd della sua musica come lui lo è della vita. Nerd della vita e autore della sua colonna sonora, musica normale per eccellenza da ascoltare sdraiati scomodi sul pavimento nel caldo estivo, o sfrecciando senza senso oltre i limiti di velocità sul pandino del nonno.
La miglior tribute band degli Zaino del centro Italia non è più solo un meme. Non vende più sogni, ma più o meno solide realtà. Se volete essere satanisti kawaii anche voi, dovete solo pigiare il tasto play.
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