Quattro canzoni che hanno un filo conduttore teso per bene compongono il progetto cantautorale di "Verde"
"Verde" è l'ep dell' omonimo cantautore, ironia a vagonate, sottile sarcasmo e un po' di amarezza, con qualche velato sprazzo di tristezza.
Titoli articolati, come per la prima traccia: "Ritratto dell'artista da giovane", anche conosciuto come (A Portrait of the Artist as a Young Man), o Dedalus è un romanzo di formazione di James Joyce, il singolo è indagine introspettiva, è un racconto che esercita la memoria.
Indie pop fatto alla vecchia maniera, patina vintage e un po' di disagio.
Lyrics che fanno riferimento ai testi del sommo maestro Calcutta ( MI ANNOIAVO ALLE FESTE, MI ANNOIAVO ALLE CENE, un evergreen, uno stile di vita che colpisce e piace a molti.)
Basi lo-fi, voce narrante e chitarre riescono a miscelare bene il mood di nostalgia del tipello ai tempi dell'università che si affaccia alla vita dopo i corsi di filosofia, scontrandosi con la realtà, con quella vita che viene definita vera.
Università, cinema, musica pop, vite inrecciate, sogni depressi, tutte cose difficili da spiegare, ma che Verde cantautore riesce a mettere bene in musica e per iscritto.
Quattro canzoni che hanno un filo conduttore teso per bene compongono il progetto cantautorale di "Verde", quattro canzoni che si raccontano e si lasciano capire e interpretare.
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La recensione verde di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-09-04 14:31:07
COMMENTI (3)
@_VERDE_ SE MI LASCI UNA MAIL TI CONTATTO PER UNA PROPOSTA. Grazie. Ciao. Marco A&R Junkfish Records
@doriangray1999 grazie! e no..mi manca
compli, bel disco! hai già un'etichetta?