Pianoforte e synth nell'ambient elettronica del musicista ungherese
Sappiamo che le onde sonore non hanno niente a che fare con il mare, ma è impossibile non vedere Wave of Sound come una specie di nomen omen: il monicker scelto dall’ungherese Andor Csécsi , anticipa in qualche modo il sound del progetto e anche contenuto di questa seconda opera: se dovessimo attribuire uno stato della materia alla materia sonora di ‘Echoes’, sarebbe sicuramente “liquido”. Liquido come le gocce di pianoforte che si disperdono lentamente in placide distese di pad, come le correnti ritmiche che attraversano in profondità i paesaggi sonori ambient del disco per poi emergere in un moto ondoso deciso e regolare, ma posato. C’è una qualità particolare che Wave Of Sound mostra nei dieci brani di ‘Echoes’, quella di riuscire a variare sensibilmente la dinamica e il numero di layer sonori senza mai rompere del tutto l’equilibrio e l’atmosfera che avvolgono l’ascoltatore fin dalle prime note della title-track in apertura. Nelle tracce successive si alternano tracce ambient a base di synth analogici (Nature, Home), momenti di protagonismo del pianoforte acustico (Pulsate Of Soul) una sorta di trance neoclassica (Passengers), la cadenza post-rock di Together; si spazia fra l’ambient e l’elettronica, disegnando paesaggi coerenti e definiti in cui nuovi elementi possono arrivare ad increspare leggermente le acque, come la vena ritmica sommersa che emerge piano piano nella seconda metà del lavoro, per poi richiudersi e lasciare spazio al finale di Epilogue 2 (Breath), seguito del finale del primo lavoro di Wave Of Sound. Un lavoro consapevole ed emozionante, di cui speriamo di sentire presto il seguito.
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La recensione Echoes di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-09-16 15:14:15
COMMENTI (2)
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belle atmosfere