Con “Paths”, il suo primo lavoro su lunga distanza, i sentieri di Davide Fasiello ci conducono con semplicità lungo le contorte linee del pensiero attraverso le tenui e appassionate note del pianoforte (con l’eccezione di “Path No.3: Always”, interamente realizzata con le tastiere benché in realtà sia il brano più trascurabile del lotto). Grazie alla generosa e versatile tavolozza di colori offerta dagli 88 tasti, l’artista propone brevi racconti strumentali dalle sonorità evanescenti e dal tocco leggero ma dalla notevole forza evocativa. “Paths” diventa così un universo introspettivo, fatto di ricordi che si librano nell’aria sovrapponendosi e dissolvendosi in quello che l’autore definisce “un viaggio onirico e meditativo alla riscoperta di se stessi”.
L’intento di evocare panorami introspettivi nella mente conduce il compositore pugliese a sfoggiare un variopinto ventaglio di sfumature emozionali in cui tecnica e virtuosismo sono frenati piuttosto dal bisogno di semplicità e di naturalezza e si risolvono quindi nel minimalismo delle delicate composizioni che si interseca con i linguaggi della musica pop fondendo così in questo debut album le diverse influenze del suo autore.
L’attenzione di Fasiello a disegnare immagini suggestive senza troppo descrivere, inserisce quindi questo disco nel filone neoclassico per attitudine ma soprattutto lo avvicina al mondo delle colonne sonore.
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