In alcune occasioni il giudizio, almeno buona parte del giudizio, di un disco viene influenzato anche dal contesto nel quale lo si ascolta. Almeno per noi è accaduto durante la fruizione di "Sempiterno" di Oskar Tena: sappiamo perfettamente che dal punto di vista squisitamente deontologico non è una gran cosa fare quest'ammissione di "colpa" ma vi assicuriamo la nostra più assoluta sincerità. Beh, comunque, sta di fatto che avendolo ascoltato nel cuore di un inverno che avanza il lavoro di Tena lo abbiamo apprezzato tantissimo, certamente di più rispetto a, per esempio, averci avuto a che fare a inizio settembre, con magari ancora le giornate lunghe e calde.
Già perché il compositore messicano, pianista e ingegnere meccatronico ha realizzato un lavoro crepuscolare che ci ha impressionato, notevolmente, per l'estrema qualità degli arrangiamenti, specialmente quando si parla di pezzi come "Disperse". Il suo genere di appartenenza è uno strano miscuglio di musica ambiente con elementi math e acustici, che rendono ogni sua composizione una sorta di viaggio in un universo al tempo stesso inquietante, perduto e romanticamente affascinante. Il nostro consiglio è di ascoltare "Sempiterno" senza grossi pregiudizi o preparazioni: l'emozione, la sorpresa e la fascinazione verranno da sole. Parola di recensori che hanno ascoltato quest'album una domenica mattina di pieno inverno, con la luce che scende dall'alto ma che, ben presto, lascerà il posto al solito grigio della Milano più metropolitana che ci sia.
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