Un’occasione mancata per sonorizzare su funzionali registri rock-elettronici il “collasso dell’elite” nell’era digitale.
Utopia o semplice auspicio che sia il “collasso dell’elite” nell’era digitale rimane tutto sommato, almeno sulla carta, un concetto affascinante che non può non evocare futuribili scenari distopici, o quantomeno destabilizzanti, anche a livello espressivo/artistico, musicale in primis. È dunque un vero peccato che gli Elite Collapse non riescano a capitalizzare al meglio questa loro ispirazione laddove finiscono per schiacciare il loro rock-elettronico tra le frequenze di un future-pop più o meno turbolento.
Alla fine sarà un po’ come aspettarsi una scaletta in odor di N.I.N per poi ritrovarsi ad ascoltare una versione decisamente più acidula e sconclusionata dei Placebo (Look At The Stars, Dust To Dust e Till The Morning Lights), con alcune aderenze occasionali ai Goose nei frangenti elettronicamente più battenti o ai Muse in quelli più involontariamente confusionari. Se le convulse chitarre post-punk svolgono un lavoro più che dignitoso (Destroy su tutte) la voce purtroppo non lascia certo il segno quanto a timbrica, espressività, tecnica e versatilità, a tal punto che il brano più credibile del lotto finisce paradossalmente per essere la deriva cosmica tutta strumentale di OutroX in chiusura disco .
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La recensione Darq Days di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-08 13:00:00
COMMENTI (3)
@GiuseppeArdagna io, in primis, comincerei a distinguere tra merda e merda: ce n'è di buona e di cattiva Ciò premesso mi sembra di arguire che tu sia un mio assiduo lettore, a giudicare dalle tue parole. E già soltanto questo basta a lusingarmi.
@antobel
Giudizio a mio avviso troppo duro... ma si sa che all'autore piace buttare merda su tutto quello che recensisce....
carino