Senza rinnegare le sue radici artistiche, legate principalmente alla musica di Davide Van De Sfroos, ma spingendosi ancora oltre, fino ai confini più folk del cantautorato italiano in cui si intravede Roberto Vecchioni che fa l’occhiolino in prima linea, Gianluca Di Santo pubblica il suo primo lavoro solista su lunga distanza, “Legno secolare”, inanellando nove canzoni che sin dal primo ascolto profumano di classico. Seguendo diversi personaggi lungo i loro cammini, tra avventure, passioni, memorie ed eterni ritorni, il cantautore comasco canta (in italiano e in dialetto) “in modo semplice e autentico i colori della propria terra tra musica e poesia”, riprendendo le parole della sua biografia. Tra i brani infatti la natura, soprattutto quella più intima e selvaggia, è spesso protagonista orientando, accudendo o semplicemente cingendo di fascino le scene in cui si muovono gli uomini e le donne di cui si narrano i ricordi e le azioni con un unico grande obiettivo, ovvero quello di recuperare quei valori fondamentali che, nel mondo impaziente e tecnologico in cui viviamo oggi, vengono troppo spesso dimenticati. Per questo il disco di Di Santo è, come lui stesso afferma, “un forte richiamo a prenderci cura di ciò che ci circonda, un richiamo ad una vita sostenibile, che si batte contro il cambiamento climatico, gli sprechi, il consumismo sfrenato”, viaggiando alto sulle ali della speranza pur restando anche ben piantato con i piedi per terra.
In questa profondità di temi si potrebbe pensare che la musica ricopra un ruolo di secondo piano, limitandosi a far da scenografia alle poetiche liriche del nostro, invece queste canzoni pullulano di melodie affascinanti e di arrangiamenti che senza mai tradire il folk cantautorale di fondo cavalcano volentieri il vento del pop e una leggera brezza di jazz, raffinando il tutto con i suoni del mediterraneo di cui sono impregnati soprattutto i fiati, mostrando così l’intima sinergia tra musica e parole che si sostengono a vicenda creando un ambiente sonoro in cui nulla viene lasciato al caso. Sarà per questo che, per chiudere degnamente l’album, l’artista lombardo ha inserito “La mia sera”, versione musicata dal nostro della celebre poesia del Pascoli, con cui nel 2018 ha vinto il “Premio Pascoli per la Musica” indetto dal MEI – Meeting Etichette Indipendenti.
“Legno secolare” è insomma un lavoro autentico, seppur curato in ogni aspetto, e dona nuova luce ai colori del passato guardando contemporaneamente con coraggio verso il futuro.
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