‘Blue Wit Complete’ è, in maniera forse un po’ didascalica, la raccolta di tutti i brani rilasciati finora dalla band lombarda, quattro singoli a partire dal 2019. La differenza temporale fra i quattro brani si percepisce poco, ed è interessante notare che già dalla prima Solace i quattro sembrano avere le idee chiare su sound e scrittura. Idee chiare vuol dire semplici e tutto sommato abbastanza canoniche: quello dei Blue Wit è un indie rock anni zero, debitore soprattutto al percorso degli Arctic Monkeys nelle loro varie incarnazioni: quelli più garage, con l’aggiunta di stilettate hard rock (Solace), quelli più crooneggianti (Mystery Tonight) o quelli più beat e pop (Marylin). Melodie e metrica delle linee vocali puntano proprio lì, in maniera più che dignitosa, ma con quell’inevitabile retrogusto di inautenticità che accompagna i gruppi italiani quando cantano brani in inglese, seguendo schemi pensati per accenti, prosodie e cadenze totalmente diverse. Per fortuna non ci si fa troppo caso, o almeno qui ci è soffermati più ad apprezzare la maturità del sound e degli arrangiamenti: niente di troppo originale rispetto a quanto si diceva prima, ma gli elementi sono pensati e distribuiti con gusto e consapevolezza, valorizzati dalla produzione. L’alternanza elegante di clean/distorto, le ritmiche che non strafanno mai, lasciando quel giusto spazio al vuoto che spesso si dimentica, le sfumature più pop e melodiche; c’è un certo stile qui, asciutto e morbido, e a momenti sembra quasi di fare un salto indietro rispetto ai quattro di Sheffield e sentire l’impronta dei Television, i capostipiti d’oltreoceano di tutto un certo tipo di rock britannico moderno. Niente male per una raccolta di singoli d’esordio, c’è da pensare che con un lavoro sulla lunga distanza e un po’ di personalità in più si possano fare ottime cose.
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