Nusadua: località balneare dell’isola di Bali. Paradiso esotico che tanti mortali preferiscono solo immaginare. Chiudo gli occhi, allora, e comincio a viaggiare. Poi ci pensa la musica (nella fattispecie pop-rock), a spezzare l’incantesimo. Perché se c’è un luogo da cui vorrei evadere dopo l’ascolto di questi tre pezzi, è la mia stanza .
Sia chiaro: il trio brianzolo è navigato e ben assortito. Sa creare un’atmosfera e rifinire la materia. E’ il guizzo che manca. La formuletta vincente, anche un semplice accenno di motivetto killer. Un po’ come voler fare il pane senza farina, insomma: l’insieme non lievita, la melodia latita.
Un peccato, quando lo scopo è un soft entertainment. Nei testi, poi, a mio avviso si dovrebbe tenere un profilo bassissimo, perché spingendoti un poco oltre rischi la comicità involontaria. Non a caso molti eroi nostrani scelgono la lingua inglese, laddove può bastare un doo doo doo I love you, se il refrain è azzeccato. Qua le rime son tanto carine ma pressoché imbarazzanti, suonano più per tappar buchi. Simona Sormani ha un cantato discreto, i due alfieri Maggi e Ronzoni stanno in pista da un pezzo e si sente. Sopravvive la passione, l’Arte è davvero un’altra cosa.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-04-13 00:00:00
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