Disco di atmosfere rarefatte e strani incontri sulla via del pentagramma: questo diamante grezzo merita sicuramente ulteriori sviluppi
Alcuni dischi ti accorgi che sono belli già dopo le prime tre note. Antonio Dallacqua ha confezionato un long play che si presenta senza troppi fronzoli, ragionato (e registrato) durante il lockdown e molto vicino alla filosofia ed alla sociologia: si intitola “Vivere in una società liquida”, mutuando i concetti cari a Zygmunt Bauman, declinati nel presente di un ragazzo marchigiano.
“Dunque in un epoca dove c'è spazio per tutti, c'è spazio anche per me”
Sacrosanto pensiero espresso dal diretto interessato, che in otto tracce cristalizza altrettanti tasselli di un concept album tanto profondo nella matrice ideologica quanto rarefatto nelle espressioni sonore: dalla matrice elettronica si snoda una galassia di idee che sconfinano nella musica d'autore, la new-wave e quelle chitarre leggere riconducibili ad un post-punk di matrice Joy Division e The Cure.
Il cantato in lingua italiana in alcuni frangenti assume i tratti somatici di un incrocio tanto strano quanto magnetico fra Cosmo ed i Subsonica, ed una grana lo-fi (probabilmente più per necessità che per squisita scelta stilistica) contribuisce ad amplificare il potenziale che Antonio Dallacqua potrebbe far risplendere nella sua forma più riuscita.
È come avere attorno ai timpani un diamante grezzo: c'è tanto lavoro da fare ma quanto espresso in questo disco, sia sul piano strumentale che su quello testuale, può segnare un piccolo ma importante passo discografico. Una novità da tenere in considerazione.
C'è spazio per tutti, ma questo artista di Ancona ne merita di più.
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La recensione vivere in una società liquida di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-09-16 12:54:56
COMMENTI (2)
Grazie mille, in effetti non ti nascondo che sono stato ispirato da Thom Yorke, Robert Smith e Martin Gore tra i principali...
non male.. radiohead and more... alcune idee originali