Tugo comincia un percorso azzerando le precedenti esperienze artistiche: il totale artigianato della musica trova un episodio felice
Dopo quindici anni di musica si può ripartire da zero? Certo, lo dimostrano i Tugo, che dopo tre lustri ed oltre di attività artistica decidono di cominciare un nuovo percorso nel 2018: nuovo nome, e nel giro di un paio d'anni una manciata di canzoni da proporre attraverso l'extended play autoprodotto “Giorni”.
La band di Parma gravita attorno coordinate ed influenze ben calibrate: l'idea è riportare in auge quel rock indipendente che ha caratterizzato gli anni '00, abbinato a tendenze internazionali riconducibili a Arctic Monkey, Strokes e Placebo. Nelle quattro tracce che compongono l'ascolto la sensazione è che i riferimenti siano stati metabolizzati talmente bene da concedere al power-trio una chiave interpretativa molto personale: il sound è ruvido ma al tempo stesso pettinato con educazione, e la risultante è un concetto di genere molto vicino al pop che può ben attecchire anche sull'ascoltatore meno avvezzo.
C'è tanta esperienza e mestiere attorno all'EP “Giorni”: Tugo dimostra di vivere bene accomodandosi su un equilibrio che potrebbe, in teoria, risultare precario e poco solido. La pratica ricorda la storia del calabrone che non può volare: gli artisti in questione se ne fregano delle regole, suonano, registrano, mixano, fanno il master e si occupano anche delle grafiche all'insegna di un autentico artigianato della musica.
E la prova d'ascolto dà loro ragione.
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La recensione Giorni EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-09-25 00:00:00
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