Dirotta Su Cuba Jaz 2005 - Soul, Funk

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Nulla di nuovo sotto il sole di Cuba verso il quale ci dirotta la band toscana. Che poi si è ridotta al solo Rossano Gentili, se confrontiamo la line-up dei primi dischi. Ora siamo giunti all’album numero sei, intitolato “Jaz”. Come dicevo, nulla di nuovo, anzi, roba old-style: rimandi di jazz, swing, bossa d’altri tempi. E che tempi! I Dirotta Su Cuba ce li fanno ritornare in mente alla grande, con piacevoli risultati.

Prima di mettere su il dischetto e leggendo le note di presentazione, mi aspettavo sinceramente una palla totale, un’operazione revival senza nè carne nè pesce. Ed invece, ecco trentasei minuti frizzanti, vivaci, densi. Sonorità anni Cinquanta e Sessanta, tanta melodia ed altrettanto ritmo. Meno acid-jazz del periodo che vedeva i Dirotta piazzarsi in alto nelle classifiche, ma più ricerca, più attenzione ai suoni ed alle sue sfumature. Come in “Amore normalissimo”, il secondo singolo estratto dall’album, dagli arrangiamenti orchestrali ed un’impostazione generale che non può non ricordare Mina. Melodia seducente, emozioni assicurate. Traspare una vena da bossanova in alcune tracce (“Italy’” e “La goccia che canta”), mentre lo sprint-funky rende spumeggianti quelle più ritmate. Semplicemente irresistibile è il groove che regge “Ora”, dove musica e cantato battono il tempo in modo contagioso.

La voce della nuova vocalist Marquica si mette in luce più volte, non facendo rimpiangere l’ex, prorompente, singer Simona Bencini. Nonostante la giovane età (24 anni) Marquica sa già il fatto suo, sforderando un’ugola che trasuda sensualità da ogni parte (“Ho voglia di parole calde, morbide / Ho voglia di provare nuove fantasie”) e che, unita ad una bella presenza completa il quadretto del “bella e brava”. Canta le peculiarità tipiche dell’italiano medio, prese seriamente o in modo ironico: le vacanze, il mare, la pizza, la mamma, il sesso, l’amore. Rossano e Marquica, dunque, la nuova accoppiata dei Dirotta Su Cuba parte con il piede giusto, attenta al gusto melodico e divertente ma anche ad un certo spessore oltre l’apparente semplicità di certi brani.

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La recensione Jaz di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-12-12 00:00:00

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