Delicato equilibrio tra mondo acustico ed incursioni electro nel concept di Roberto Ventimiglia: piccole gemme piacevoli all'ascolto
Non è stato certamente facile chiudersi in casa (forzatamente) per oltre due mesi, in special modo quando hai investito tempo e risorse per pubblicare un disco e vedi improvvisamente la delicata fase promozionale dello stesso sfumarti davanti agli occhi: è successo a molti, è successo anche a Roberto Ventimiglia, che ha risposto a questa situazione affidandosi alla creatività. Nasce così “Look At The Stars Tonite (A Lockdown Time Diary)”, un extended play edificato come “concept-album di piccole dimensioni”, pubblicato da Gusville Dischi.
Filosofia Do It Yourself che si incontra ad una marcata propensione estetica per il lo-fi: l'artista di Latina ha confezionato questi cinque brani aiutato da pochi mezzi tecnici e compagni di avventura distanti ma al tempo stesso vicinissimi al progetto. Ne consegue un ascolto che sorprende per qualità e dinamismo dei suoni, in quanto Roberto Ventimiglia è abile a pesare bene le incursioni electro per non perdere di vista l'ideologia acustica. Il tutto cantato in inglese, per omaggiare gli artisti che hanno influenzato il suo gusto musicale: “‘Tis a pity, indeed” ad esempio risponde (omaggiandola) a “Isn’t it a pity” di George Harrison.
In attesa che si possa tornare a promuovere come dovuto i prodotti discografici, questo è un ottimo esempio di come non restare con le mani in mano: piccole gemme in musica che si lasciano ascoltare con piacere, caratterizzate da un buon magnetismo ai timpani.
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La recensione Look At The Stars Tonite (A Lockdown Time Diary) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-09-25 00:00:00
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