? l’ep di debutto di cecilia (rigorosamente scritto minuscolo), contiene i primi tre singoli dell’autrice lucchese, Monterey, Karma e Baltico, e due inediti, Coltrane e Blu. Quest’ultimo non ha nulla a che fare col movimentato pezzo degli Eiffel 65, si rifà piuttosto all’espressione tipicamente statunitense “Feeling blue” usata da chi si sente giù di corda senza una ragione precisa. Lo stato d’animo scaturito dall’oppressione subita da popoli afroamericani e poi sfociato nel genere omonimo, di cui il soul e l’r’n’b sono diretta prosecuzione.
Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie, insomma. Un lavoro perfetto per accompagnarci verso questa piovosa stagione. Normale che la mente veleggi versi altri lidi, Precipitazioni e Maltempo, album che, oltre ad essere strettamente connessi da un legame meteorologico, vertono incessantemente attorno all’idea sinestetica del blu. Crln e Bipuntato, del resto, sono due delle interpreti per cui si è iniziato a spendere i termini suddetti (soul e r’n’b) all’interno della scena tricolore, ed è curioso notare come la vicinanza stilista, in questo caso, corrisponda aduna pressoché totale comunanza emotiva. Dalla prima cecilia adotta la propensione elettronica, dalla seconda, l’impostazione cantautoriale che avvolge come una patina qualsiasi genere esotico prestato all’italiano, ma con quel tocco sognante e rarefatto che contraddistingue un’altra autrice toscana, Birthh.
In questa prima intervista vi raccontavamo come le sfumature preferite per i primi tre singoli della cantautrice riguardassero il rosa, ?, apre una nuova fase di cecilia, in un accostamento fin troppo scontato con i periodi di Picasso, inserendosi in quel nuovo filone nu-soul che danza a braccetto col dream pop.
Bravissima.
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