Composizioni istintive tra luci ed ombre
Dietro il nome Solo1981 (che sembra più un nickname di un forum per cuori solitari dei primi anni 2000 che un nome d’arte), si cela il polistrumentista toscano Stefano Giambastiani, autore, compositore ed esecutore. In “Don’t Give Up”, ultimo ep due anni dopo “Noise From Deep Space”, l’artista continua a dividersi tra chitarra, voce, loop station, tastiere e drum machine, costruendo composizioni molto vicine al proprio istinto.
Il risultato è un cantautorato atipico, orientato all’elettronica ma con una matrice di post punk e rock alternative, che rispetto al disco precedente ha certamente il pregio di sembrare più a fuoco nelle intenzioni e nei risultati, pur rivelando luci ed ombre.
La marziale “Cold Days” gioca il suo appeal su riff di chitarra avvolgenti senza (riuscire a) sciogliere mai la tensione, finendo per risultare un po’ ridondante. “Don’t Let Me Go”, dove le influenze più oscure e new wave trovano una compiutezza più vicina alla forma canzone. La strumentale “Flint” che mostra animi diversi e inaspettati, riuscendo a fare sintesi dei colori diversi dell’ep, peccando soltanto nella brevità della durata.
A chiudere “Per un attimo” con cui Giambastiani passa all’italiano e ad una costruzione semplificata chitarra-voce, rivelando un animo pop che finisce però per stonare con il contesto globale, facendo suonare il brano, che di per sé ha più di una lacuna, un pesce fuor d’acqua se accostato ai tre pezzi precedenti.
“Don’t Give Up” offre così buoni aspetti (la ricerca di un proprio sound, alcuni spunti creativi, particolari atmosfere) e questioni da rivedere, come una non impeccabile esecuzione e l’assenza di una visione d’insieme che riesca a rendere questo progetto musicale veramente maturo e compiuto.
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La recensione DON'T GIVE UP EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-19 14:03:07
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