Ci sono delle volte in cui un disco ti si apre come un fiore il primo giorno di primavera dopo che la notte prima aveva piovuto con disperazione: l'omonimo album Overthought è uno di questi. Un lavoro quello del duo di Pavullo del Frignano che è, immediatamente, incastonabile nel grande firmamento del rock acustico, con qualche, piccola, influenza di folk. Michele Magnani (voce, chitarra) e Przemek Werbik (Basso) suonano insieme dal 2016 e questa "pasta musicale" consolidata e lasciata per tempo a lievitare si sente praticamente in ogni traccia. Per noi, la migliore di tutte è proprio la prima "Lightouse" perché inserisce, nelle pieghe di un'impostazione molto classica, qualche nota dolente e malinconica che abbiamo largamente apprezzato.
Sicuramente ci sono dei punti meno forti, specialmente se si ascolta il disco più di una volta al giorno: alla fine molti pezzi finiscono per collimare e assomigliarsi ma è anche vero che il duo ha posto in chiaro tutti i suoi rimandi, influenze e "micro" citazioni. Da Ben Howard passando per Stu Larsen arrivando a Passenger sono queste le stelle fisse degli Overthought . Stelle fisse, giustappunto, alle volte bloccate alle volte semi-mobili, comunque luminose. A questo giro siamo per il classico. Un classico rock, acustico e senza troppi fronzoli per la testa.
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