Eterogeneo ma al tempo stesso con le radici ben piantate nell'elettronica: il ritorno di Faust Degada Saf si archivia con gradimento.
Quasi quarant'anni di militanza artistica attorno all'elettronica per Fausto Crocetta, artisticamente noto come Faust Degada Saf; l'esperienza coincide con la rinnovata voglia di comunicare, facendosi ascoltare attraverso un nuovo, consistente long play intitolato “Foresto”.
Un disco che proviene direttamente dal laboratorio di artigianato musicale che vede impegnato in prima persona l'artista veneto: senza troppi fronzoli e parole di contorno, vengono presentate tredici canzoni dai suoni nettamente digitali, molto interessanti per strutturazione e scelta dell'impronta musicale presente in ogni episodio. Si passa da trame che ricordano gli anni '90 a destrutturazioni del suono sperimentali, accenni ambient ed una netta sensazione di avere a che fare con una persona, una mente creativa che padroneggia con efficacia il registro musicale che intende utilizzare e lo declina a proprio piacimento.
C'è lucida attenzione verso il presente e le spinte creative che potrebbero segnare il prossimo futuro: non è raro trovare accenni degli episodi più sperimentali di gente di alto peso specifico come Nicolas Jaar, ma Faust Degada Saf dimostra di non abbandonarsi al comodo esercizio di stile lavorando al massimo per ottenere (e dimostrare) di costruire sul pentagramma dinamiche molto più personali.
È un disco che richiede attenzione e la giusta conoscenza della materia, “Foresto”, e di certo non delude.
Un graditissimo ritorno in scena.
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La recensione Foresto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-09-23 20:13:12
COMMENTI (2)
bel disco. con attenzione
bello